Qual è il senso del tempo per i siciliani? Esiste davvero per loro un modo diverso di considerare lo scorrere degli eventi piccoli o grandi che siano? E da cosa potrebbe dipendere la presunta esistenza di un esclusivo tempo siciliano che non abbia corrispondenze o, meglio, coevità altrove?
Da questi semplici interrogativi parte il ventaglio di riflessioni che Francesco Giunta, accompagnato da Giuseppe Greco alla chitarra, propone nella sua performance che ha già nel titolo quella che parrebbe (e potrebbe) essere l’unica certezza del suo argomentare. Tutto questo, ovviamente, cantando in siciliano ossia in quel codice linguistico che, come afferma egli stesso, ha scelto di adottare per scrivere le sue canzoni “più di mezza vita fa” perché dalla vita lo ha avuto in dono.
E a ben vedere (e ancora meglio sentire) il dialetto sembra il bisturi più adatto per indagare sulle situazioni e sui temi che suggerisce Francesco Giunta, attingendo al suo repertorio, ad alcuni degli autori siciliani che, seppure famosi… la pensano come lui ma anche al vasto repertorio di proverbi e modi di dire della sua regione che, rappresentando un modo di pensare cristallizzatosi nel tempo, sono la materia più adatta a un riesame critico e costituiscono, quindi, l’arma indispensabile per tentare di averla vinta, magari per una volta in scena, nell’inevitabile duello col tempo.
FORMAZIONE:
Francesco Giunta: voce;
Giuseppe Greco: chitarra.