FRONTIERE – La frontiera si raggiunge attraverso sentieri assolati e percorsi nel bosco, ma è luogo di scambio di narrazioni, dove mare e terra si dividono, dove le genti s’incontrano e si mescolano, spazio umano e non dettato dall’istituzione.
I legni delle case e degli strumenti, i profumi delle cucine, le tinte degli affreschi nelle chiese e sulle case, una sapienza antica che trasmigra, laddove i pascoli, gli orti, le case, i violini e le armoniche sono gli stessi, al di qua e al di là del confine imposto dagli uomini.
Siamo andati alla scoperta di un’Europa meticcia, non da ora, ma da sempre, per sua stessa vocazione, Europa dei popoli, ma anche delle loro intersezioni, delle migrazioni millenarie. Perché, a ben vedere, nessuno di noi è veramente europeo: siamo tutti figli di migranti!
La trentottesima edizione di Folkest ha percorso in lungo e in largo, per quasi un mese, tutta la regione dialogando con l’Istria, portando ovunque una scelta ponderata di esempi musicali che ci raccontano i confini di questo nostro Vecchio Continente in un susseguirsi di canti provenienti da culture che vanno dalla Magna Grecia alla Finlandia, che narrano leggende antiche e storie comuni, storie di eroi e di gente semplice che appartengono a tutti e fanno parte dell’orgoglio culturale dei popoli. Spesso sono le stesse storie, declinate in lingue diverse.
Abbiamo visto le frontiere del Mediterraneo incontrarsi sulla battigia napoletana: una riflessione sulle contaminazioni straordinarie che questa millenaria città ci ha regalato, la gioia di far musica della Nuova Compagnia di Canto Popolare, degli Almamegretta e di James Senese Napoli Centrale. Abbiamo ascoltato le ballate antiche e le canzoni moderne di Richard Thompson, gli spunti poetici di Suzanne Vega, da quella significativa Nuova Europa rappresentata dal Village di New York, le scorribande canore sull’Appennino dei Viulan, le sonorità zingaresche di Maurizio Geri Swingtet e Roberto Durkovic e i Fantasisti del Metrò, il klezmer dell’Orchestra Bailam, le canzoni di confine di Rudi Bučar, il Mediterraneo delle grandi isole con Tama Trio e il fascino della Sardegna di Elena Ledda e Luigi Lai. Abbiamo visto una nuova Europa, innamorandoci delle canzoni e delle danze di Saba Anglana e Sandro Joyeux.
Almamegretta, Campania
Andrea Capezzuoli e Compagnia, Italia
Billy Cobham Band, Usa
Brigata Lambrusco, Emilia
Carantan, Friuli
Capitano tutte a noi, Italia
Celtic Pixie, Italia
Domo Emigrantes, Italia/Kurdistan
Electric Circus, Italia
Flamenco Tango Neapolis, Campania
Fooga&Nico, Italia
Fragment, Irlanda
Giuliano Gabriele Ensemble, Lazio
I Viulàn, Toscana
Iona Fyfe Band, Scozia
James Senese, Napoli Centrale Italia
Janos Hasur, Ungheria
Kitchen Implosion, Italia
La Fieste Da Sedon, Italia
Lamorivostri, Italia
Les Loups Garous, Italia
Maurizio Geri Swingtet, Italia
Mestison, Italia/Colombia
Na Fuoia, Veneto
Ninfa Giannutri, Puglia
Nuova Compagnia di Canto Popolare, Campania
Orchestra Bailam e Compagnia di Canto Trallalero, Italia
Orchestra Bottoni, Lazio
Riccardo Tesi, Toscana
Richard Thompson, Inghilterra
Roberto Durkovic e I Fantasisti Del Metro, Italia/ Romania
Roberto e Alessandro Tombesi, Veneto
Roda Do Cavaco, Brasile
Rolling Around, Italia
Rudi Bučar e Istrabend, Istria
Saba Anglana, Italia/Somalia
Sandro Joyeux e Band, Italia/ Mali/ Burkina Faso
Smorfacc, Italia
Straulino & Fedele, Italia
Suzanne Vega, Usa
Tama Trio con Luigi Lai e Elena Ledda, Sardegna
Teach tShleibhe, Irlanda
Tsuumi Sound System, Finlandia
Urban Beat Street Drum, Italia