Udine, Spilimbergo, Villa Manin, Tolmezzo, Udine, ma anche Capodistria e la Slovenia hanno accolto come ogni anno la carovana itinerante di Folkest, un festival multicolore con Artisti molto differenti fra di loro che ci hanno narrato leggende antiche e storie comuni, saghe di eroi e racconti di gente semplice che appartengono a tutti e fanno parte dell’orgoglio culturale dei popoli, ma spesso sono le stesse storie, declinate in lingue diverse. Dei, semidei, pane azzimo e pan nero…
Siamo andati alla scoperta di un’Europa meticcia, non da ora, ma da sempre, per sua stessa vocazione, con radici ben salde nel bacino del Mediterraneo, con un focus sulla città di Napoli e al suo complesso intreccio culturale, multi-etnico per connotazione, napoletano per vocazione e unicità dell’ispirazione musicale. Eccoci allora con un serie di grandi artisti partenopei, guidata da Enzo Avitabile, fresco vincitore di ben due Premi David di Donatello, Teresa De Sio, il progetto VESEVUS con Solis String Quartet, Gianluca Brugnano e Giovanni Falzone, Jenny Sorrenti con Saint Just e i più giovani, Vianova e Suon&Passion.
Non è mancato il mondo della canzone anglosassone con i principi e inventori del folk-rock britannico Fairport Convention, insignite del Premio Folkest alla Carriera, e la voce dei Genesis, Ray Wilson, così come lo spazio per le nuove frontiere del folk-metal, con i lombardi Folkstone e, come di consueto, per la grande canzone d’autore italiana, con Ron.
Non sono mancati i suoni e le melodie di tradizione e ispirazione celtica, una sezione che non manca mai al festival, così come le musiche di confine, dal manouche al balcanico, al klezmer, al blues.
Significativa anteprima a Ospedaletto di Gemona: una serata tutta al femminile, che ha ripreso idealmente il focus dello scorso anno dedicato alla Sardegna, con la presenza di Ambra Pintore con il suo quartetto (già vincitrice assoluta di Suonare@Folkest nel 2015) e ha dato spazio anche alla giovanissima Martina Iori, ladina del Trentino.
Infine l’ampio capitolo delle nuove proposte italiane con l’appuntamento di Suonare@Folkest. Il 4 luglio, per la seconda volta dopo il successo organizzativo dello scorso anno, si è svolto al Castello di Udine la serata conclusiva del concorso Suonare@Folkest, che ha visto la nascita della nuova collaborazione tra Folkest e il Premio Fabrizio De André di Roma. Ospiti d’onore, chiamati a concludere la serata, i siciliani Pupi di Surfaro, vincitori del Premio Andrea Parodi di Cagliari per il 2016.
Numerose le produzioni speciali (Tina Modotti, Tapestry, Ponti/Puints, Capitano Tutte a noi).
Le presentazioni di alcune novità librarie, incontri e dibattiti pubblici hanno fatto da corollario ai momenti più spettacolari del festival, rappresentandone un ideale completamento.