Premio Folkest – Alberto Cesa: S. Giorgio a Liri – venerdì 21 febbraio

Dopo gli appuntamenti di Arezzo, Loano, San Pietro in Cariano, Cervasca e Udine il tour del Premio Folkest – Alberto Cesa si sposta verso sud per le ultime due selezioni dal vivo.

Venerdì 21 febbraio le selezioni si svolgeranno a S. Giorgio a Liri presso il Centro polifunzionale Livatino dove si esibiranno Adamà, Mesudì e Mephitis Ensemble.

Adamà è un progetto musicale nato nel 2012 dall’incontro fra il percussionista Nando Brusco e il violinista Emanuele Filella.
L’amore di entrambi per la musica etnica li porta ad approfondire l’intreccio ritmico/melodico presente nelle divrse trasizioni musicali del Mediterraneo.
Il progetto si sviluppa e si evolve fino a trovare una propria identità rappresentata oggi dallo spettacolo: “Musiche fra Terra e Cielo” nel quale il repertorio si distende dal sud Italia ai Balcani, dall’isola di Cipro al sud della Spagna.

Mesudì nasce nasce dall’incontro tra il trio vocale ideato dalla cantante Elisa Surace e il percussionista Simone Pulvano. Questo incontro ha portato con se racconti, tradizioni ed esperienze artistiche diverse tra loro.
Le voci e i canti di Alessandra Di Magno, Claudia Ugenti ed Elisa Surace soffiano, si susseguono e si rincorrono per creare un caleidoscopio di note e immagini che ci restituisce l’idea di un mondo a noi ancora così vicino. 
”NODI” è il titolo che il gruppo ha voluto dare alla raccolta di brani che presenterà al pubblico. Al centro il tema delle relazioni: l’amore, l’amicizia, la famiglia, tra gioia, rassegnazione e speranza. Un nodo stretto bene può salvare la vita o soffocare, può sorreggere o incatenare. Possono essere semplici o complicati i nodi, lenti o indissolubili, cosi come le relazioni che ogni giorno ci legano gli uni agli altri.

Mephitis Ensemble, una messa in onore della Dea Mefite: sax, percussioni, basso, contrabbasso e chitarre, quattro musicisti, o meglio, quattro adepti che con brani di radice Worldmusic fortemente impregnati da sonorità jazz, vi accompagneranno per mano dentro la bocca degli inferi: la Valle d’Ansanto nella verde Irpinia, tra culto e leggenda.