Come siete venuti a conoscenza del concorso “Suonare@Folkest” e per quale motivo, principalmente, avete scelto di partecipare?
Diciamo che venire a conoscenza di Folkest è molto semplice soprattutto qui in Friuli Venezia Giulia, regione in cui io e altri due musicisti di Arakne viviamo. Il concorso “Suonare@Folkest” è una fase essenziale per poter partecipare al festival e di conseguenza, pensando che questo genere fosse quello giusto da proporre, ho presentato questo progetto alla giuria. Parliamo di voi e della vostra musica: presentatevi specificando i singoli strumenti, il genere, perché lo avete scelto, da cosa traete ispirazione? Arakne nasce con l’intento di riproporre la musica popolare salentina portandola al di là dei suoi confini geografici e culturali intrecciandola con sonorità fresche, ricche di colori e sfumature che sfociano in un mare che lega svariate culture e stili musicali. Il progetto prevede una scaletta di brani scelti tra composizioni originali e brani della tradizione popolare salentina, che proponiamo al pubblico, mantenendone le peculiarità fondamentali e rinfrescando la loro struttura sonora pur conservando l’umiltà e la natura “originaria” del significato e del messaggio profondo presente nei testi tramandati.
Da dove venite e com’è, dalle vostre parti, la situazione della musica dal vivo?
Pur essendo nato in Friuli da genitori salentini emigranti, a dodici anni quando ho ascoltato il primo battito del tamburello sono stato catturato da questa energia e da quella semplicità musicale. Mi sono accorto che mi apparteneva, che mi scorreva dentro. In quel momento è diventata la mia musica, la mia fonte di ispirazione, la musica della mia terra.
Qual è il vostro rapporto con la musica tradizionale e il territorio di provenienza?
Qui in Friuli Venezia Giulia conosco e collaboro con musicisti tecnicamente eccelsi e di rara sensibilità musicale che comprendono da subito la bellezza di questa musica e la sua propensione ad essere contaminata con il bagaglio sonoro di ogni componente del gruppo. Questi musicisti sono Simone Serafini al contrabbasso, Aleksander Ipavec alla fisarmonica e Zoran Majstorovic alla chitarra acustica, baglama, mandolino e oud. Pur vivendo qui conosco molti professionisti salentini che mi parlano spesso e volentieri di quanto questa terra sia aperta alle nuove leve e alle proposte particolari. C’è una ricerca sonora in costante sviluppo e un attinenza alla comprensione delle musiche che arrivano nel Salento. Se si pensa alla storia di questa penisola si comprende che è stata attraversata da culture di ogni genere. “Il Salento è come uno zingaro all’inverso. Lo zingaro attraversa le culture mentre il Salento è attraversato da esse” (cit. D. Pisanello).
Torniamo a “Suonare@Folkest”: come vi siete trovati, cosa ricordate soprattutto di quella serata?
Di quella serata sicuramente ricordiamo il rammarico per non essere passati come primi classificati e quindi di non poter concorrere alla finale del concorso. Spero che ci sarà modo di rifarci. D’altro canto siamo stati molto contenti di passare al Festival estivo già al primo tentativo.