Dalla Malavita Romana al Folk d’Autore
Come siete venuti a conoscenza del concorso “Suonare@Folkest” e per quale motivo, principalmente, avete deciso di partecipare?
Abbiamo scovato il concorso navigando in internet e ci è ben noto il prestigio del Festival e la serietà del suo concorso, inoltre è un’ottima vetrina per farci conoscere in altre regioni d’Italia, visto che a Roma siamo già abbastanza noti…
Parliamo di voi e della vostra musica: presentatevi specificando i singoli strumenti, il genere, perché lo avete scelto, da cosa traete ispirazione?
Il nostro viaggio è iniziato nel 2001, con un’attenta ricerca sulle storie d’amore, carcere e coltello, caratterizzate dalla vena sanguigna e romantica della città di Roma, ma anche richiamando alla memoria la testimonianza sulla musica laziale di Graziella Di Prospero, artista e ricercatrice per noi fondamentale, oltre che, ovviamente, i costanti riferimenti alla forza espressiva di Gabriella Ferri. Poi l’esperienza della partecipazione alle feste della Lega di Cultura di Piadena ed alle iniziative dell’Istituto “Ernesto De Martino” a Sesto Fiorentino, ai concerti con i grandi esponenti dei “Dischi del Sole”, fra cui Ivan Della Mea e Giovanna Marini, agli spettacoli che l’ensemble ha presentato a Milano, a Torino in Piazza Castello e al Teatro Carignano per conto del Comune di Torino e del Teatro Stabile, alla Notte Bianca a Roma, le presenze musicali in documentari e video, l’organizzazione e realizzazione dell’evento a cadenza annuale “Un certo modo di essere Roma. Omaggio a Gabriella Ferri” e le partecipazioni a innumerevoli festival, spettacoli teatrali ed eventi musicali. Del 2004 è il primo cd “Romana”[Godagoda Records], poi nel 2012, in contemporanea con l’uscita del cd “Mettece Sopra”[GoodFellas], alcuni brani del gruppo sono apparsi nel vinile“Mamma Roma Addio” [Goodfellas], insieme ad altri brani di due band della scena folk-rock romana, Ardecore e Il Muro del Canto. Tra il 2012 e il 2013 BandaJorona si è esibita in numerose rassegne e festival di musica, tra le quali “Roma Incontra il Mondo” a Villa Ada, il “Premio nazionale città di Loano per la musica tradizionale italiana”, il “Festival delle culture indipendenti” al Parco del Torrione Prenestino a Roma; ha realizzato due video; è arrivata finalista alle selezioni del Premio Tenco; ha partecipato a varie trasmissioni radiofoniche, tra le quali “Il buongiorno di Twilight” di Rai Radio 2 e “Demo” di Rai Radio 1. Suoniamo canzoni che hanno le loro radici nella tradizione romana\laziale, ovviamente rivisitandole a modo nostro, e soprattutto brani originali, ma sempre in dialetto. I nostri strumenti sono rigorosamente acustici: voce, fisarmonica, mandolino e contrabbasso. L’intento della nostra ricerca – un percorso artistico e umano tanto lungo quanto appassionante e pieno di sorprese – è quello di scattare una fotografia della Roma che viviamo ogni giorno: personaggi che vagano nei nuovi quartieri bohémien e popolari della capitale, situazioni di precarietà lavorativa ed esistenziale e momenti di poesia imprevedibile, invenzioni linguistiche inaspettate e incontri con i portatori di memorie antiche – dagli anziani partigiani ai migranti delle generazioni passate e attuali – e di culture “altre”. Questo è il mondo che abbiamo cercato di raccontare nella serie di brani che costituiscono il nostro nuovo repertorio. I musicisti del gruppo attualmente sono: Bianca Giovannini “la Jorona” alla voce, Daniele Ercoli al contrabbasso, Désirée Infascelli alla fisarmonica e Gabriele Caporuscio al mandolino.
Da dove venite e com’è, dalle vostre parti, la situazione della musica dal vivo?
Siamo tutti romani, con origini varie. La situazione della musica dal vivo a Roma è peggiorata: i locali che la incoraggiano non hanno molti soldi e le occasioni offerte dall’estate romana sono quasi tutte sparite. Noi però apparteniamo, se così si può dire, ad una nicchia e facciamo un genere abbastanza particolare ed originale, per cui in realtà suoniamo abbastanza, pur nella generale situazione di degrado nel sostegno alla cultura degli ultimi tempi. Inoltre per noi è ingrediente irrinunciabile la voglia di far viaggiare queste canzoni nelle piazze e nelle strade oltre che nei festival. Momenti di cultura attiva e vitale, affinché la musica popolare non sia solo ricordo, ma un atto rinnovato di espressione politica e sociale.
Qual è il vostro rapporto con la musica tradizionale e il territorio di provenienza?
Le nostre esibizioni e le iniziative da noi progettate e curate sono strettamente connesse con la cultura di Roma e la ricerca sulle nuove commistioni culturali e la permanenza della tradizione, realizzando percorsi articolati con diversi linguaggi (arte grafica, poesia, letteratura, drammaturgia e naturalmente musica) in continua evoluzione. Il legame con il territorio e la sua cultura ci portano naturalmente a collaborare con le realtà associative, di controcultura ed istituzionali presenti nella città, e non solo. Un repertorio portato nelle piazze e nelle strade, oltre che nei festival e nei teatri.
Torniamo a “Suonare@Folkest” : come vi siete trovati, cosa ricordate soprattutto di quella serata?
E’ stata una bella esperienza, il pubblico era numeroso e partecipe, e grandiosa è stata la presenza umana di Edoardo de Angelis, oltre che dei vari collaboratori e colleghi. E conserviamo un bellissimo ricordo della cena…specialmente di un ottimo formaggio locale!