Come ogni anno è partita da Arezzo la lunga carovana del Premio Folkest-Alberto Cesa, il concorso alla ricerca dei nuovi talenti che si esibiranno in occasione della prossima edizione di Folkest. giocandosi anche la possibile di ottenere un Premio dal Nuovo Imaie di ben quindicimila euro per la realizzazione di una tournée. Il Circolo Aurora in Piazza Sant’Agostino di Arezzo, benemerita associazione di persone perbene e dedite alla cultura e al sociale, ospitò nel 2004 la primissima serata di quello che nelle prime edizioni si chiamava Suonare@Folkest e ora Premio Folkest-Alberto Cesa. Un inizio fortunato, al quale hanno fatto seguito molte edizioni, tutte caratterizzate da un’elevata qualità musicale. Il 6 dicembre, nel corso di un concerto dal vivo inserito all’interno del Festival Pifferi, Muse e Zampogne, diretto come ogni anno con grande competenza da Silvio Trotta, tre gruppi si sono sfidati a colpi di note: nell’ordine Archive Valley, Sambene e Calimani. Gli Archive Valley sono un trio romano formatosi nel 2017 che trae ispirazione dall’Old-Time Music, originale espressione dei Monti Appalachi, dalla quale però spaziano dando lugo a incursione in vari ambiti diversi, in una miscela folk sperimentale di grande intensità. Edoardo Petretti, Matan Rochlitz e Marco Zenini si alternano con banjo, mandolino, contrabbasso, pianoforte e fisarmonica e si dimostrano musicisti molto dotati, impressionando la giuria anche per la bella presenza scenica. E toccato poi ai Sambene, reduci dalla pubblicazione del bel disco prodotto da Michele Gazich, ceh è stato recensito anche qui su Folk Bulletin. Nati all’interno dell’Accademia dei Cantautori di Recanati (Mc), diretta da Lucia Brandoni, i Sambene mutuano il nome dalla parola sarda che significa sangue, come passione ed energia, e sono un gruppo con una forte connotazione cantautorale su buone radici folk, nel quale hanno un significativo risalto le tre voci presenti: quella maschile di Marco Sonaglia, chitarrista e autore di molti testi e musiche, e quelle femminili di Roberta Sforza e Veronica Vivani. Piacciono le loro canzoni di lotta, i ricordi della vita partigiana nel territorio delle Marche, anche se il tema alla lunga può risultare un po’ monocorde. Grande passione e buona organizzazione generale del gruppo. I Calimani, gruppo di casa, nascono a fine 2016 dal duo toscano Mattia Tartaglia e Francesco Checcacci, con un progetto essenziale, allargato a gruppo: ukulele, batteria e voci, con l’idea di fondo di spruzzare il folk di pop: con uno sguardo incantato, ironico, autoironico e soprattutto, dichiaratamente semplice. Hanno una bella presenza scenica, pur riconoscendo loro certe ingenuità da spurgare via via lungo la strada. Si vede molta passione, molto miglioreranno nel futuro. Vale la pena ricordare come l’obiettivo del Premio Folkest – Alberto Cesa non sia la semplice competizione fra artisti quanto piuttosto poter valutare al meglio, in un contesto live, le migliori proposte nel panorama folk, world e cantautorale. Con il valore aggiunto, come si è già detto, per il vincitore assoluto, del premio finale assegnato dal Nuovo Imaie per la realizzazione di una tournée. Un po’ difficoltoso il lavoro della giuria, a causa delle forti differenze tra le proposte in gara. Alla fine sono giustamente stati proclamati vincitori i romani Archive Valley.